Riassumendo...
Comunque stavolta le cose sono andate meglio del previsto e di certo non ho da lamentarmi, anzi! Adesso che è passato qualche giorno dal rientro, il ritorno alle abitudini mi permette di guardare a quest'esperienza con maggiore lucidità ed obiettività.
Allora mi domando: che cosa mi ha lasciato questa vacanza in Liguria?
- Ho potuto dedicarmi a cose che mi piace fare, senza sensi di colpa per il tempo sotratto ad altre attività più produttive. Prima fra tutte è venuta la lettura: mi sto innamorando de "Il pendolo di Foucault". Finalmente ho capito che si intende per un libro scritto bene: ogni frase è bella di per se, la trama non ha più importanza. In una libreria di Alassio poi, mi è caduto l'occhio su quello che sarà il mio prossimo acquisto: "Panino al Prosciutto" di Charles Bukowski. Leggendo la quarta di copertina mi è sembrato di riconoscermi in molte cose e anche da qui ho capito quanto sono cambiata. Io odiavo gli scrittori americani, li trovavo troppo gretti, duri, stringati, pragmatici. Io ero fantasiosa, aerea e leggera come le nuvole, prediligevo scrittori più metafisici come Buzzati e Calvino... Quest'anno ho portato con me "Prima che tu dica pronto" e non sono giunta al termine, non era in sintonia con me, non più. Ho smesso di sognare.
- Ho visitato molti luoghi e VISTO molta gente, adempiendo così al mio compito. Eh sì, perchè molte persone erano lì, solo per farsi guardare: che fossero seduti ad un bar sulla piazzetta di Portofino a bere un Bellini da 25E o che stessero scendendo, vestiti da gran sera, da una limousine al Casinò di Montecarlo davano un senso a loro stessi, prendevano consapevolezza di se dagli sguardi degli altri. L'altra faccia della medaglia sono i guardoni, si godono lo spettacolo del lusso in presa diretta, con l'illusione di far parte di quel mondo all'apparenza dorato, ma probabilemte noioso e pieno di obblighi...come la vita di tutti noi. Anche da qui ho capito qualche altra cosa su di me: sto diventando cinica e malpensante. La me stessa di un tempo non si sarebbe permessa di giudicare o criticare atteggiamenti o abitudini delle persone, nè si sarebbe sognata di formulare giudizi morali o emettere condanne. Il marcio che vedo fuori è probabilmente solo il riflesso di quello che c'è dentro di me: non sono le vite degli altri ad essere vuote, lo è la mia ma è più facile vedere la pagliuzza negli occhi degli altri che la trave nei propri.
- Ho riflettuto molto su me stessa: non mi piace ci sono diventata ma per ora non riesco a trovare una via di cambiamento. O forse è questo che non mi va, dover cambiare ancora. E' possibile che non vado mai bene così come sono? Questa volta c'è però una importante differenza: cambiare per piacere a me, non agli altri. Mi guardo indietro, mi cerco. Dov'è finita quella ragazza così gaia da ridere fino alle lacrime perchè l'allegria dentro di lei era così tanta che non riusciva a contenerla e le usciva dagli occhi? Dov'è andata quella tipa così strana che al ristorante quando mangiava la pizza scartava tutti i cornicioni, poi li mescolava al centro del piatto e infine li ricomponeva in una circonferenza, a mò di puzzle? Dove s'è nascosta quella persona così ingegnosa che per il diciottesimo compleanno del fratello si è ineventata una caccia al tesoro per fargli trovare il suo regalo, disseminando il paese con indovinelli appositamente scritti in rima fino a condurlo nel garage della loro stessa casa dove lo aspettava il tavolo da ping-pong che tanto desiderava? Qualche volta, scherzando sulla mia dieta che mi ha portato a più che dimezzare il mio peso, ho detto che prima c'erano due gemelle siamesi nel mio corpo, una dentro l'altra come le matrioske. Adesso ci hanno staccate: quella che se n'è andata era la parte buona. A lei, che ho chiamato Lala come la mia bambola preferita, ho dedicato la tesi che sto scrivendo. Non sono del tutto pazza, è solo che spero tanto che torni :)