Seghe mentali
C'è una domanda che mi attanaglia in questo periodo:
Sono io che controllo la mia mente o è lei a controllare me?
Sembra la stessa cosa mentre in realtà la differenza è sottile ma sostanziale.
Innanzituto quando dico IO a cosa mi riferisco?
Ho sempre identificato il mio io con il mio cervello: sono una persona razionale, è dal pensiero che scaturisce l'autocoscienza. Il "Cogito ergo sum" di cartesiana memoria sembra una prova a sostegno di questa ipotesi eppure...
Eppure sto sperimentando che non è così, perchè ho sottovalutato un elemento importante: anche il cervello è un ORGANO.
A differenza di un computer non è alimentato da elettricità, non è costituito da chip di silicio e soprattutto non esegue pedissequamnte algoritmi già scritti.
La catena di associazioni che porta alla formazione di un pensiero è diversa non solo da persona a persone, ma da istante ad istante. Un lampo di genio o un momento di defaiance in cui non si viene a capo di un problema dalla soluzione apparentemente banale, a che sono dovuti?
E l'umore? La percezione di una situazione come comica o triste o ironica da che dipende?
Senza parlare dei tanto sbandierati sentimenti: amore, odio, rabbia, disprezzo provengono solo dall'attivazione o meno di determinatearee de cervello, dalla produzione di certi ormoni, dalla connessione di alcune cellule nervose.
Ecco che non sono più IO, intesa come autocoscienza a controllare il mio cervello inteso come ammasso di cellule, perchè su di esse non ho la possibilità di esercitare la mia volontà.
Non posso impedire loro di ammalarsi o di proliferare senza limiti, come non posso disattivare il meccanismo che mi fa percepire dolore e non posso decidere cosa sognare.
Allo stesso modo non posso indirizzare il flusso dei miei pensieri, dei miei desideri: è una reazione causa-effetto a catena, inarrestabile. E' una marea che trasporta una barca alla deriva della quale sono invece convinta di avere il timone.
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